Sul monte dedicato ad Ercole, le storie della prigione divenuta orfanotrofio e infine museo
Dal suo strategico sperone di roccia, il Castello di Montesarchio domina tutto il complesso appenninico del Taburno-Camposauro, di cui fu baluardo di difesa sin dall'Alto Medioevo.
Il museo oggi è dedicato alla ricostruzione storica della Valle Caudina, dalla preistoria all'età romana, con particolare attenzione all'aspetto culturale del grande e fiero popolo dei Sanniti.
Storia del museo e del castello
Il museo archeologico nazionale del Sannio Caudino occupa il primo piano dell’ala Nord del Castello di Montesarchio, all’interno del Parco Regionale del Taburno-Camposauro. Sorto probabilmente in epoca longobarda, il Castello rappresentò un punto nevralgico nel controllo dei territori posti tra la pianura campana e l’entroterra appenninico.
Nel 1137 venne occupato dai Normanni di Ruggiero II (1137) e poi ristrutturato in epoca sveva, durante il regno di Federico II. Nel periodo aragonese, il fortilizio ricevette la sistemazione odierna: due corpi di fabbrica ai lati di un cortile centrale e una monumentale torre cilindrica posta sullo sperone roccioso dominante la città di Montesarchio.
Nel 1532, a seguito della guerra tra Carlo V e Francesco I, il Castello fu confiscato e concesso al marchese del Vasto, Alfonso II d’Avalos. Nel 1830 il Castello, passato nuovamente al demanio regio, fu destinato a prigione di stato. Prima ancora che venissero terminati i lavori di adeguamento (1852-1855) furono imprigionati nel carcere di Montesarchio alcuni patrioti illustri, tra cui Carlo Poerio, Sigismondo Castromediano, Michele Pironti e Nicola Nisco.
Il Castello continuò a mantenere la funzione di prigione fino alla seconda guerra mondiale, mentre negli anni Sessanta fu destinato ad orfanotrofio (Istituto Mater Orphanorum). Preso in consegna dall’allora Soprintendenza per i beni archeologici di Salerno, Avellino e Benevento nel 1994, il Castello fu fatto oggetto di un importante lavoro di restauro ed adeguamento ai fini della riconversione in polo museale, poi inaugurata nel 2007.
Patrimonio
Il percorso museale è dedicato alla storia e all'archeologia della Valle Caudina. Dalla ricostruzione del paesaggio in età preistorica (sala I), accompagnata dall'esposizione di reperti rinvenuti in varie località del Sannio Caudino, si passa all'ampia sezione dedicata al sito di Caudium, l'attuale Montesarchio (sale II-IV).
In ordine cronologico sono esposti alcuni corredi delle necropoli caudine, databili tra la metà dell'VIII e il III secolo a.C., che testimoniano la ricchezza e la complessità del sito, interessato da intensi scambi commerciali con le città greche della costa e il mondo etrusco-campano. Di particolare interesse sono i numerosi vasi figurati di produzione attica e italiota - soprattutto crateri -, rinvenuti in tombe risalenti al V-IV secolo a.C.
L'ultima parte del percorso di visita è dedicata agli altri due importanti centri del Sannio caudino: Saticula (Sant'Agata dei Goti) e Telesia (S. Salvatore Telesino), di cui si espongono materiali esemplificativi provenienti dalle ricche necropoli.