Un monumento unico, simbolo della vita di un'intera regione
Nel centro di Pozzuoli, a pochi passi dalle banchine del porto, si erge uno dei monumenti più noti e rappresentativi di tutto il mondo antico, celebre sia dal punto di vista archeologico che da quello scientifico: il Macellum di Pozzuoli, detto anche Tempio di Serapide.
Storia
Risalente all’età tardo-flavia (II secolo d.C.), il Macellum di Pozzuoli deve il suo secondo nome al rinvenimento di una statua del dio egizio Serapide, attualmente esposta presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
In realtà non si trattava di una struttura religiosa, quanto dell’antico mercato (in latino Macellum) della città romana di Puteoli. Lo sprofondamento del Macellum offre una perfetta dimostrazione del fenomeno del bradisismo che interessa la zona dei Campi Flegrei sin dalla fine del IV secolo d.C..
Nonostante lo stato di degrado successivo ai fasti dell’epoca romana, il Macellum non smise mai di catalizzare l’attenzione degli studiosi, tanto di archeologia quanto di geologia, diventando così una meta privilegiata del Grand Tour. A metà del Settecento, Carlo III di Borbone, incuriosito dai resti ancora visibili, ne ordinò uno scavo archeologico e vi fece allestire un lapidarium, il primo dell’area flegrea.
Patrimonio
L’imponente monumento è costituito da un cortile quadrangolare scoperto, pavimentato con lastre di marmo e circondato su tutti i lati da portici con colonne in granito grigio e capitelli corinzi.
I resti murari, decorativi ed architettonici, tutti molto preziosi, raccontano di un monumento ricco e sfarzoso, forse uno dei più grandiosi mercati cittadini dell'antichità, nonché uno dei meglio conservati.
L'elevato stato di preservazione è infatti dovuto al fenomeno della sommersione bradisismica, che lo nascose e lo protesse, nel corso dei secoli, dalle progressive spoliazioni dei suoi elementi architettonici più importanti.