La più celebre Grotta al mondo
La catena guida si tende sotto le mani esperte del marinaio, trainando la barchetta bianca e azzurra verso l’entrata della grotta. Voci e canti echeggiano dall’interno e ai visitatori è stato detto di appiattirsi sul fondo e restare tranquilli. Un po’ di timore resta, ma dura soltanto un attimo. Due secondi, e la barca scivola all’interno, risucchiata nel tremolante buio azzurro. Un respiro, dopodiché la tensione si scioglie, lasciando spazio alla meraviglia. Questa è la Grotta Azzurra: tensione e meraviglia, storia ed energia.
Storia della grotta
Luogo più che iconico, la storia della Grotta Azzurra di Anacapri inizia con Tiberio, figlio di Augusto e secondo Imperatore romano, che fece di questa cavità carsica il proprio nymphaeum privato, ove rilassarsi e rigenerarsi, lontano dalla pericolosità della politica capitolina.
Una dedizione all’otium che per secoli fu considerata sinonimo di dissolutezza e depravazione, tanto che la grotta stessa finì per essere considerato un luogo maledetto, visitato solo dai più temerari. Ma si sa, il pericolo affascina, e così, nel 1826, un manipolo di coraggiosi decise di sfidare la superstizione.
Sollecitati dall’albergatore Giuseppe Pagano ed accompagnati dal marinaio Angelo Ferraro, i pittori tedeschi August Kopisch ed Ernst Fries si avventurarono nell’antro, restandone stregati. Il resoconto di Kopisch, intitolato La scoperta della Grotta Azzurra, pubblicato nel 1838, contribuì, insieme al racconto La favola della Grotta Azzurra di Wilhelm Waiblinger (1828) e al romanzo L'improvvisatore (1835) di Hans Christian Andersen, a diffondere in tutto il mondo la fama della Grotta Azzurra.
Patrimonio
In epoca romana, l'antro costituiva una vera e propria appendice subacquea ad una villa augusto-tiberiana detta di Gradola, oggi ridotta a pochi ruderi. A testimonianza di ciò vi sono le numerose statue romane rappresentanti Poseidone ed altre creature marine che in origine dovevano esser state disposte lungo le pareti della caverna.
Le statue, ritrovate nel 1963 dopo alcune indagini archeologiche subacquee, sono oggi custodite nel Museo della Casa Rossa, ad Anacapri.
L'antro ha una apertura parzialmente sommersa dal mare ed a seconda del ciclo delle maree l'accesso può essere più o meno complicato. L’inconfondibile colore che dà il nome alla Grotta è invece causato della rifrazione della luce esterna tramite una seconda finestra sottomarina, un effetto straordinario che ancora oggi, dopo migliaia di anni, continua a stregare milioni di visitatori da tutto il mondo.