Una delle maggiori raccolte di arti decorative d'Italia
Residenza reale borbonica e forziere di un vero e proprio tesoro d'arte decorativa, il Museo Duca di Martina nella Villa Floridiana mette in comunicazione, con le sue espressioni architettoniche, arte, storia e natura, per un'esperienza all'insegna della raffinatezza, dell'eleganza e della meraviglia.
Storia della villa
Già esistente nella prima metà del XVIII secolo, la splendida tenuta sulla collina del Vomero appartenne, agli inizi dell’Ottocento, agli eredi di Cristoforo Saliceti, Ministro della Polizia durante il regno di Gioacchino Murat. Nel 1817, seguito della restaurazione borbonica, la tenuta fu venduta al re Ferdinando di Borbone, che, ritornato sul trono delle Due Sicilie nel 1815, intendeva destinarla a residenza estiva della nuova moglie, Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia.
All’architetto Antonio Niccolini venne affidata la ristrutturazione dell’intero complesso, che si concretizzò in stile neoclassico, con l’aggiunta di giardini all’inglese, di un teatrino all’aperto, di un tempietto ionico e infine di serre e grotte per animali esotici. Alla morte della duchessa, nel 1826, gli eredi portarono avanti diverse operazioni di trasformazione strutturale del parco e degli edifici, finché nel 1919, la Villa venne acquistata dallo Stato italiano e destinata a sede museale.
Patrimonio
Dal 1927, il Museo Duca di Martina nella Villa Floridiana è sede di una delle maggiori collezioni italiane di arti decorative, comprensiva di oltre seimila opere di manifattura occidentale ed orientale, databili dal XII al XIX secolo. La collezione venne raccolta lungo la seconda metà dell’Ottocento dal Duca di Martina Placido de Sangro e poi donata nel 1911 alla città di Napoli dai suoi eredi. Il Museo si sviluppa su tre piani.
Al piano terra sono esposti dipinti, tartarughe, smalti, avori, mobili, cofanetti, oggetti d’arredo, maioliche rinascimentali e barocche, coralli e bronzi di epoca medioevale e rinascimentale, vetri e cristalli dei secoli XV- XVIII.
Al primo piano si colloca invece il nucleo principale della collezione: la raccolta di porcellane europee del XVIII secolo, costituita da esemplari provenienti dalle più importanti manifatture del Settecento, come Meissen, Doccia, Napoli e Capodimonte, oltre a porcellane francesi, tedesche ed inglesi.
Al piano seminterrato, infine, è stata recentemente riallestita la sezione di oggetti d’arte orientale, tra cui una notevole collezione di porcellane giapponesi Kakiemon ed Imari e di porcellane cinesi di epoca Ming (1368- 1644) Qing (1644- 1911).